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La grazia del lavoro secondo lo spirito di Francesco di Assisi

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Il 9 maggio 2025 a Marsciano si è svolto l’incontro sul tema «La grazia del lavoro secondo lo spirito di Francesco di Assisi ». Era il secondo appuntamento del ciclo «Valori del Vangelo e pratica del lavoro: leadership, gestione, armonia» .

Il relatore è stato Padre Marco Asselle ofm, che ha fatto un’analisi di alcuni testi di San Francesco che, pur non dando indicazioni dirette, fanno capire come il Santo intendeva il lavoro. I francescani, sulla base di questa ispirazione , approfondirono molto i temi economici. Fondarono i Monti di Pietà e si inserirono nel dibattito che interessava una società caratterizzata dal mercato e dagli scambi che si andava estendendo su base europea ed extra-europea. Non si può capire San Francesco senza pensare che era figlio di mercanti. San Bernardino da Siena (1380-1444) fu il più grande economista del suo secolo.

Il relatore ha fatto una panoramica sul senso del lavoro, in particolare nel movimento francescano. Si passava da una visione negativa del lavoro come negazione della attività dell’uomo libero che aveva l’otium come unica attività, da cui l’etimo negativo di negotium cioè nec otium, alla visione del lavoro come parte della vita del frate. San Francesco lo definisce una grazia.

Anche la riforma cistercense di San Bernardo aveva portato, nel secolo precedente, al recupero del lavoro manuale per i monaci benedettini che in Cluny era stato abbandonato.

La visione francescana del lavoro contrasta con il paradigma tecnocratico, citato nella enciclica «Laudato sii», che afferma che in economia, per produrre valore economico, si può utilizzare tutto come vogliamo.

Il Creato può essere dunque sfruttato senza limite, secondo questa visione. Anche il corpo diventa una realtà manipolabile. In un certo senso è la riproposizione della proposta diabolica ad Adamo per convincerlo a mangiare la mela:«Sarai come Dio». Non avere limiti è irrinunciabile nel paradigma tecnocratico.

In questo modello la persona serve se «utile» e produce «valore commerciabile» mentre va scartata quando perde capacità di farlo. E’ la cultura dello scarto di cui ha parlato spesso spesso Papa Francesco. La dignità del lavoro fa sì che esistano anche lavori, come quello di cura della madre, che, pur non commerciabili, hanno un grande valore umano.

Per quanto riguarda l’ambiente, anche l’ecologia deve essere vista in funzione della persona in maniera unitaria.

Il rapporto con il creato, in cui Dio pose dei limiti all’uomo, finalizzati al suo bene è orientato all’uso sostenibile e comunitario delle risorse.

Il lavoro non è il frutto del peccato originale nella visione cristiana ma cooperazione dell’uomo alla creazione che continua nella storia. In questo senso il lavoro è un bisogno della persona per realizzarsi. Il lavoro, come accenntao sopra, non deve perciò necessariamente creare un valore vendibile nel sistema commerciale e vanno sviluppati anche quei lavori che creano valore sociale. San Francesco indicava inoltre ai suoi frati la necessità di fare un lavoro «onesto», cioè che mantenga quello che promette, sia per chi lo fa sia per gli altri che ne usufruiscono. Il frutto del lavoro in questo senso è destinato sempre agli altri, è un servizio. Lo speculatore, che cerca soltanto il proprio interesse, non serve la comunità.

Per San Francesco il lavoro del frate, per quanto intenso e ben fatto, non doveva mai togliere la grazia della orazione, che costituiva la centralità della vita religiosa. Era un limite che ha senso anche oggi: se il lavoro diventa così assorbente da distruggere i rapporti con gli altri uomini e con Dio, diventa una schiavitù, non più limitata anche nel tempo in virtù della continua connettività.

Padre Marco Asselle ha scritto il libro «Sorella Economia» che è un piccolo compendio di casi concreti legati al lavoro che possono aiutare nella vita quotidiana.

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