Favorire la cultura della maternità
Le reazioni che si sono avute alla l’istituzione di un ministero denominato Famiglia, Natalità e pari opportunità, sono significative della crisi che stiano vivendo in Italia e che trova riscontro nel declino demografico che caratterizza il nostro paese.
La mancanza di un consenso unanime sulla necessità di riproduzione demografica è uno degli aspetti di rifiuto della realtà che caratterizza le società minate dall’occidentalismo liberista ed epicureo.
Guardandola complessivamente la maternità viene incontro a due esigenze umana: la necessaria sostituzione delle persone in una qualsiasi società è la prima e la più evidente. La maternità però è anche creazione di relazioni fra figli e genitori che modificano profondamente la realtà esistenziale di ambedue le parti in causa. Una società senza relazioni è anonima e triste. Una società senza figli è inevitabilmente priva di desiderio di futuro, innovazione e chiusa su sé stessa.
La mancanza di figli di oggi apre dunque scenari di solitudine nel prossimo domani. Alla esigenza della riproduzione secondo alcuni si può rispondere con la immigrazione. Su questa linea sono lo FMI e l’OCSE. Altri vedono nella tecnologia la soluzione del problema, attraverso la creazione dell’utero artificiale, di cui l’utero in affitto è la attuale, primitiva, anticipazione.
Sembra così che le anticipazioni del romanzo “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, scritto nel 1932, stiano trovando una realizzazione nella contemporaneità. Queste visioni sono solo materialistiche e dunque fortemente riduttive. Non tengono conto di un fatto fondamentale: l’uomo è un essere che ha bisogno di relazioni, in primo luogo di relazioni familiari, per il suo sviluppo come persona e per la sua felicità.
In Aristotele e San Tommaso la relazione ad esempio viene spiegata come un accidente della sostanza, cioè un elemento che non ha una realtà propria ma che qualifica comunque la sostanza, cioè la realtà che ha un essere proprio. In definita la sostanza, senza queste determinazioni accidentali, non è compiuta nella sua perfezione. Questa imperfezione della “sostanza” uomo senza relazioni la vediamo in alcune situazioni paradossali: le persone che non conoscono i propri genitori perché magari sono nate dall’utero in affitto, non possono avere un trapianto di midollo da parenti, ove ne avessero bisogno.
Come nel romanzo di Huxley, il nichilismo contemporaneo pensa di poter fare a meno della complessità delle relazioni, distruggendo infaticabilmente la realtà e generando infelicità. La costruzione distopica di Huxley descrive in anticipo la povertà che però vediamo sempre più emergere anche nei problemi delle nostre società.
Sostenere e ricostruire la maternità è essenziale per avere una società di persone che non siano “castrate” delle relazioni, impoverite esistenzialmente.
Sono interessanti in questo senso le politiche attuate dalla Regione Piemonte che hanno inteso assicurare il sostegno alla maternità, attraverso un aiuto economico alle donne in difficoltà, ma anche attraverso la collaborazione di associazioni di volontariato che abbiamo come scopo la difesa e la promozione della vita. Il sostegno alla maternità, cioè alla creazione di relazioni positive nella società, non può nascere certamente da una visione materialista e “meccanica” della riproduzione ed è perciò essenziale trovare il supporto di un volontariato sensibile come quello dei Movimenti per la Vita. È però importante incidere anche sulla cultura e sulla formazione dei servizi sociali per favorire una corretta apertura alla maternità e identificare strumenti di welfare, anche aziendale, per facilitare la coniugazione fra maternità e lavoro.