Leone XIII: il Papa dal pensiero sistematico e visionario

da | 8 Nov, 25 | Cultura, blog, Convegni, cultura, Eventi

convegno 6 novembre 2025

«Leone XIII e l’impegno sociale dei cattolici: sindacati, Stato, società» è il titolo del convegno organizzato dalla CISL a Perugia presso il Palazzo Graziani della Fondazione Perugia il 6 novembre 2025 insieme all’Arcidiocesi di Perugia con il suo Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro e dalla Fondazione Pastore.

Il convegno è stato moderato dall’avv. Paola Frezzini dell’Ufficio della Pastorale del lavoro della Diocesi di Perugia che ha aperto i lavori ricordando come Leone XIV, attuale Papa, abbia, recentemente, sottolineato che nell’attuale società l’esclusione dei poveri, degli emarginati e dei “superflui” è un problema crescente, richiamando il magistero del suo predecessore.

Ha portato il saluto anche l’Arcivescovo di Perugia, Ivan Maffeis, che ha si è  compiaciuto per l’iniziativa, ricordando il grande lavoro svolto da Pecci come Arcivescovo di Perugia e la presenza di documentazione poco studiata nell’archivio diocesano.

Per il Comune di Perugia ha portato il saluto il consigliere Lorenzo Falistocco, con delega al lavoro, cha ha ricordato l’importanza della cultura sociale cattolica, rifacendosi anche alla figura di Achille Grandi.

Il segretario generale della CISL Umbria, Angelo Manzotti ha ricordato come la Rerum novarum partì, nella sua elaborazione, da Perugia, per l’esperienza pastorale di Pecci. Essa poneva al centro dell’economia la persona che anche oggi deve tornare a essere il riferimento delle dottrine economiche. La CISL, con la legge sulla partecipazione, persegue quest’obiettivo in modo innovativo e legato, in modo nuovo, ai principi della Rerum Novarum. Oggi bisogna dare attenzione alle nuove povertà che si stanno evidenziando con la transizione verde, la globalizzazione, la digitalizzazione, parole che hanno indicato spesso un peggioramento della condizione delle persone. Va riscoperta la dignità del lavoro.

Il prof. Aldo Carera, presidente della Fondazione Pastore, ha aperto le relazioni, sottolineando il “filo di seta” sottile, invisibile ma tenace, che unisce la esperienza della CISL alla dottrina sociale della Chiesa. La CISL, organizzazione sindacale aconfessionale dall’origine, è nata ed è stata ispirata dal movimento sociale cattolico. Come ricordava Giulio Pastore, uno dei fondatori  e primo segretario, “Noi partiamo da magnifici principi”. All’origine era molto forte la necessità di rendere giustizia ai lavoratori, schiacciati dai proprietari e dal loro egoismo. In ambito cattolico nacquero perciò sindacati di soli lavoratori dipendenti, anche se erano raccomandate dalla Rerum novarum organizzazioni miste. Il rifiuto della lotta di classe non significava sottomissione ai proprietari, anche se questa percezione distorta era attribuita ai sindacati cattolici dai socialisti e dallo stesso Giolitti che nel 1920 non inserì la CIL nella commissione incaricata di preparare una legge sulla partecipazione degli operai.  Per rispondere a questo pregiudizio la CIL, l’organizzazione sindacale cattolico propose una legge sulla partecipazione che veniva definita “ardita e logica”.

Il metodo sindacale dei cattolici metteva al centro la persona e la concretezza, rifiutando impostazioni ideologiche schematiche.

Il sindacalismo cattolico nacque con il ruolo determinante dei territori e con una funzione anche educativa come ricordava Giuseppe Toniolo. Egli affermava anche che l’aconfessionalismo favoriva l’adesione di tutti perchè “noi abbiamo valori che premiano tutti”.

Altri caratteri del sindacalismo bianco erano l’autonomia dalla politica, la concretezza delle richieste, l’autonomia delle categorie, il valore della contrattazione.

Mario Tosti, docente dell’Università di Perugia, ha tracciato invece una storia essenziale del movimento cattolico a Perugia e in Italia.

La Rerum novarum fu definita anche un’enciclica contro il socialismo. Essa superava l’atteggiamento della Chiesa di Pio IX che non si impegnava perché il governo piemontese aveva usurpato con la violenza diritti. Pecci capì che la Chiesa doveva riconquistare, nella libertà, le classi popolari. Ha ricordato come Leone XIV ha sottolineato  come la questione sociale ha molti ambiti, sempre nuovi, di sviluppo come l’intelligenza artificiale. La Rerum novarum ampliò l’attivismo sociale dei cattolici ed ebbe grande successo fra i giovani. Ha ricordato anche  la figura di don Umberto Benigni (1862-1934), sacerdote impegnato molto nel sociale, ma poi anche nella reazione al modernismo sotto il pontificato di Pio X..

Il prof. José Angel Lombo della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, ha parlato del fatto che nella Rerum Novarum l’origine del male sociale era vista anche come problema spirituale e non solo come un problema di distribuzione dei beni. In un momento in cui si presentava il socialismo marxista come “economia scientifica” Leone XIII riproponeva una visione che partiva dal fatto che l’uomo è creatura capace di scelte libere ed etiche.

L’antropologia cristiana di Leone XIII affermava il ruolo della proprietà personale come elemento di libertà. I beni creati, affermava la Rerum novarum , sono di tutti ma la loro amministrazione è personale e deve essere orientata al bene comune. L’enciclica  sottolineava anche l’importanza della formazione e della fratellanza che, essendo propria della natura umana, è la base della collaborazione sociale.  La visione hobbesiana  dell’”homo homini lupus” hobbesiana è immorale. Il lavoro è esercizio di libertà e di freaternità.

Il prof. Giovanni Stelli del Vivarium Novum ha ricordato una affermazione del filosofo Etienne Gilson.«Leone XIII si colloca, nella storia della Chiesa, come il più grande filosofo cristiano». La grande mole delle encicliche di Leone XIII era infatti caratterizzata dal loro carattere sistematico.

Fra i vari aspetti dell’insegnamento di Leone XIII ha ricordato il tema della libertà umana, che può essere vista come “libero arbitrio”, cioè possibilità di fare qualsiasi cosa o come obbedienza libera alle necessità della propria natura. La libertà è connessa al realismo cioè alla prevalenza dell’essere sul pensiero. Senza la considerazione della realtà la libertà diventa volontà di potenza alla Nietzsche e totale arbitrio, desiderio da realizzare a prescindere, come avviene con le teorie gender che negano la identità sessuale.

Articoli correlati

Autore

Vincenzo Silvestrelli

Vincenzo Silvestrelli

Presidente di Eticamente. Ha lavorato presso ELIS e presso Banca dell'Umbria